Testa, cuore... e una banana
Parigi, 1989. Quarto turno del Roland Garros.
Ivan Lendl: 188 cm di muscoli, macchina da punti, numero 1 al mondo, fresco di Australian Open. Lo chiamano Terminator. E in campo sembra davvero venuto da un’altra galassia.
Dall’altra parte: Michael Chang.
17 anni appena, 177 cm con le scarpe giuste. Corpo leggero, testa velocissima. Nessuno scommette su di lui.
Ma quando le gambe iniziano a tremare e i crampi bussano,
Chang non molla.
Serve da sotto, gioca sporco, mangia una banana.
E ribalta tutto.
Il colpo? Geniale.
La banana? Iconica.
Il match? Una favola punk da raccontare per sempre.
Noi, da quel giorno, abbiamo capito una cosa: non serve dominare, serve sorprendere.
La nostra banana nel logo è un omaggio a quel momento: irriverente, inaspettato, leggendario.